Segnaliamo l’articolo “Cosa ci insegna questa epidemia?” di Francesca Anna Perri, vicepresidente area centro-Italia per la SIS 118 (Società Scientifica Sistema 118);  sindacalista Anaao-Anmos; impegnata nella lotta al covid come Medico Emergentista 118 Roma, ossia medico che interviene con l’autoambulanza in soccorso di coloro che hanno necessità di cure urgenti, di terapia intensiva – codice rosso. 

“…non deve esserci profitto in Sanità, ma solo guadagno in termini di Salute per la popolazione tutta…” asserisce la dottoressa.  
 Qui sotto l’articolo. “Cosa ci insegna questa epidemia?” ; in calce, sottolineato in rosso, il link all’appello di centomila medici impegnati nella lotta al covid.

Da Meridianoitalia.tv – 28 Apr 2020

Francesca Perri

A causa dello smantellamento del SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE in favore di una Regionalizzazione spinta istituita grazie alla modifica del Titolo V nel 2001, mai come in occasione di questa epidemia/pandemia (viste le dimensioni mondiali del contagio), possiamo dire che le Regioni tutte hanno fallito, anche quelle meno colpite.

In primis la Lombardia, che tra l’altro è stata capostipite nell’equiparare il Servizio Sanitario in Sistema Sanitario Regionale, parificando il Pubblico al privato, cui tutte le altre Regioni si sono adeguate per appianare il bilancio, con la scusa che il privato è più funzionale e meno sprecone! No, il privato punta solo al profitto e per un medico, questo è inaccettabile, non deve esserci profitto in Sanità, ma solo guadagno in termini di Salute per la popolazione tutta. Del resto,la riprova si è avuta in occasione di questa epidemia, poichè il privato ha contribuito ben poco, non avendo per la gran parte Rianimazioni e non avendo messo a disposizione le proprie strutture e il personale per i casi meno critici, ma che necessitavano di una sorveglianza attiva, ben al di là di una telefonata di monitoraggio della Temperatura Corporea. 

Anche l’Aziendalizzazione, introdotta nel 96, ha creato problemi nella gestione della Salute Pubblica. Dietro l’apparente efficientamento legato al termine Azienda, in realtà si sono annidati dei veri e propri centri di potere, che non hanno migliorato nulla in termini di efficacia e di efficienza, ma hanno accentuato le disparità, non solo fra le Regioni, ma anche fra una città e l’altra e fra un territorio e l’altro all’interno di una stessa Regione . Quando si capirà che la Sanità non è un COSTO ma un INVESTIMENTO e quando si capirà che la Salute, secondo la definizione dell’OMS, è uno stato di benessere psicofisico e sociale, che se viene garantita, senza rincorrere la malattia, ci guadagna tutta la collettività, sarà sempre troppo tardi.

La Salute, a mio modesto parere ,si collega a tutto:
1) AMBIENTE
2) CASA
3) ISTRUZIONE
4) LAVORO
5) ECONOMIA

1) Ambiente: è ormai assodato che l’inquinamento causa e/o complica diverse malattie, a cominciare da quelle respiratorie e indubbiamente favorisce l’attecchimento di virus, batteri, micosi, muffe e sicuramente il maggior focolaio di Coronavirus avuto in Lombardia non è estraneo al problema dell’inquinamento.

2) Casa: se non si ha a disposizione una casa decorosa, come si fa a non contrarre malattie? Io credo di trovarmi , lavorativamente parlando, in un osservatorio privilegiato, entrando nelle case della gente vedo cose che altri non immaginano nemmeno , un esempio per tutti :come faccio a curare un paziente affetto da BPCO (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva), se questo paziente vive in una catapecchia con Salnitro alle pareti ? Certo, curo il momento di riacutizzazione della malattia e lo porto in ospedale per il prosieguo della terapia, ma poi, il paziente torna in quella casa lì e dopo nemmeno un mese ,ripresenta la stessa riacutizzazione e così via fino all’insufficienza respiratoria e all’inabilità permanente! Quanto costerà allora questo paziente alla collettività ? Non sarebbe meglio intervenire prima, (prevenire meglio che curare in questo caso, non con medicine) cioè aiutando i pazienti a trovare una casa decorosa, magari residenziale pubblica? E’ dagli anni 80 che non si fa un piano casa ! E ancora , come si fa a restare a casa in caso di lock-down se una casa non ce l’hai?

3) Istruzione: come si fa a far capire alle persone poco istruite che l’alimentazione equilibrata, che i corretti stili di vita, influiscono decisamente sullo Stato di Salute? Come fai ad apprezzare una buona lettura, un buon film, il teatro, l’arte, una bella compagnia, che aiutano a vivere meglio e che contribuiscono al benessere psicofisico di ognuno, se non hai un’istruzione adeguata?

4) Lavoro: come si fa a lavorare se hai una Salute “cagionevole”, come si fa a produrre, dando il tuo contributo alla collettività? Come si fa a lavorare in un ambiente dove non sono rispettate le leggi sulla sicurezza dei lavoratori? A quante morti dobbiamo assistere perché siano rispettate? A quanti infortuni, che portano a inabilità, dobbiamo poi garantire assistenza (o meglio assistenzialismo che quello sì grava sulla collettività)? Possibile che gli organi deputati al controllo per il rispetto della normativa sulla sicurezza siano sempre deficitari?

5) Economia: ecco , ahinoi, se mai ce ne fosse stato bisogno, l’epidemia e quindi lo stato di Salute della popolazione italiana e mondiale , ha messo in scacco l’Economia: nel nostro paese e in altri della fascia mediterranea, più fragili da tutti i punti di vista, certamente in maniera più marcata e sappiamo già che aumenteranno le fasce dei poveri e di quelli poco al di sopra della soglia di povertà. Questo è inaccettabile.

6) Lo Stato deve riprendere in mano le redini del SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE, con una gestione fatta non solo di leggi, la 833 del 78, considerata dal mondo intero una delle migliori, ma di persone capaci e competenti, non di nomina politica e irreprensibili sotto tutti i punti di vista.

Oso dire che questa epidemia sarebbe stata gestita meglio, sicuramente con meno decessi e minor contagio, se il Servizio Sanitario fosse stato Nazionale, rispettando la 833, intanto perché il territorio non sarebbe stato depauperato, con la riduzione che riscontriamo attualmente, di tutti i servizi, a cominciare dai Dipartimenti di Igiene e Prevenzione ,ridotti di numero e di organico tanto da non poter garantire il tampone a tutti i pazienti “attenzionati” dai MMG , limitandosi al monitoraggio quotidiano della Temperatura, non riuscendo a garantire gli opportuni dispositivi individuali di sicurezza, per gli stessi operatori del Servizio e impossibilitati a rifornire i MMG, che a loro volta si sono visti costretti a dire ai pazienti” non venite in studio” se non per questioni urgentissime.  Quei MMG che sono invece andati a domicilio, ci sono andati con le armi spuntate, mascherine chirurgiche spesso comprate da soli e camici monouso, non impermeabili , molti si sono contagiati e ammalati, altri ahinoi sono deceduti, anche per le cattive informazioni contrastanti date dai vari esperti, che hanno sottovalutato non solo la contagiosità del virus, ma anche la sua virulenza.

A due mesi dalla diffusione del contagio , dopo una serie di scambi di informazioni, nazionali e internazionali, riportando anche esperienze su piccoli gruppi di pazienti, ( Alessandria, Piacenza , Milano, Napoli, Roma) si è arrivati a capire molto sull’azione del virus e si è arrivati a capire che se si agisce precocemente con un trattamento domiciliare all’insorgenza dei primi sintomi,anche con farmaci off label da parte dei MMG, si riesce ad arginare l’azione del virus, evitando che il paziente finisca in insufficienza respiratoria e quindi sia poi trasportato d’urgenza col 118 in Rianimazione. Su questo inizio di terapia precoce, alcune Regioni si ostinano a mettere il veto, vincolando l’inizio del trattamento all’esito positivo del tampone (ma quale, se non lo si riesce a fare in tempi brevi o addirittura se non lo si riesce a fare per niente) e su prescrizione specialistica, inibendo di fatto i medici a compiere un atto che per definizione è un atto medico: la prescrizione, secondo scienza e coscienza.

Errare è umano, ma perseverare è diabolico, specie adesso che ci avviamo alla fase 2, con la graduale riapertura di tutte le attività. O si spera che con la bella stagione il virus attenuerà la sua virulenza?
In definitiva, nonostante i progressi della Medicina, puntando sempre al risparmio, fra cui la riduzione dei posti letto a 3,7 per mille abitanti (contro i 6xmille della Francia e l’8xmille della Germania), la riduzione dell’organico in tutti gli ospedali e in tutti i servizi territoriali e infine ultimo, ma non meno importante, l’accantonamento del Piano Pandemico (che prevedeva scorte di DPI, anche per il Rischio Biologico) avvenuto nel 2012 perché costava troppo e secondo alcuni “esperti” una roba del genere non sarebbe mai arrivata qui da noi , mi viene da dire che questa epidemia è stata gestita come la Spagnola del 1918 e come l’Asiatica del 1958! Inaccettabile!

Un vecchio detto quanto mai attuale che si addice proprio alla SANITÀ: chi più spende meno spende, rappresenta l’estrema sintesi di quello che spero possa diventare un pensiero largamente condiviso in grado di far cambiare rotta verso un Servizio Sanitario Nazionale, Pubblico, Gratuito e Laico . Chissà se avremo capito la lezione, me lo auguro da medico e da cittadino.

Link: Appello_di_100_mila_medici_impegnati_nella_lotta_al_Covid.pdf

Autore: Francesca Anna Perri
Emergentista 118 Roma
Vicepresidente area centro-Italia per la SIS 118 (Società Scientifica Sistema 118)
Sindacalista Anaao-Anmos