di Patrizia Cecconi

La giusta indignazione di Patrizia Cecconi in difesa della dignità della Donna quando Lei diviene oggetto di “stupro verbale” del “becero maschilismo”
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Vergognatevi… se ne siete capaci!
(Foto di pixabay)

https://www.pressenza.com/it/2021/02/vergognatevi-se-ne-siete-capaci/

21 febbraio 2021 – di Patrizia Cecconi

Mi rivolgo a tutti quei soggetti, esemplari di becero maschilismo, i quali, a prescindere dal colore politico nel quale si riconoscono, di fronte a una figura femminile pubblica della quale non apprezzano le scelte o gli orientamenti politici, non riescono che a mostrare la loro essenza di aggressivo, marcio machismo, facendo ricorso ad appellativi ed espressioni tanto violente che rappresentano un vero e proprio stupro verbale.

L’ultimo caso è quello di un docente dell’università di Siena, tal professor Giovanni Gozzini, contro una delle figure politiche femminili a me più distanti e politicamente invise,  Giorgia Meloni, alla quale, rispetto alle esternazioni di Gozzini, va tutta  la mia solidarietà.

Il caso precedente, almeno tra quelli agli onori della cronaca, vede in azione un altro cosiddetto intellettuale, in questo caso lo statunitense che la RAI ha reso commentatore “di riguardo” Alan Friedman, il quale, riferendosi a Melania Trump e sapendo di avere  la simpatia degli ascoltatori dopo che il pessimo Trump era finito nella polvere, l’ha definita escort, alias puttana ma con maggior eleganza lessicale, con tanto di risatina ammiccante fingendo il lapsus.

In entrambi i casi sto parlando di donne lontanissime dai miei valori e non certo rientranti nelle mie simpatie, ma entrambe oggetto di insulti sessisti  provenienti da maschi acculturati e quindi senza neanche l’attenuante di un’appartenenza sociale da “suburra”.

Ma  basta un leggerissimo sforzo di memoria per ricordare gli insulti violentemente sessisti rivolti alla capitana Carola Rackete, la quale decise signorilmente di ignorarli ricordando che aveva delle vite da salvare e non poteva perdere tempo! Per non parlare di quelli rivolti alla parlamentare Laura Boldrini. In questi due casi il sessismo putrido ha coinvolto sia “pensatori” e giornalisti ovviamente di destra, sia teppisti semianalfabeti.  Tutti, comunque, con l’insulto usato a mo’ di stupro come umiliazione della donna oggetto delle loro ire.

Vorrei chiedere a questi individui: se provate a guardare le vostre figlie, le vostre madri, le vostre sorelle, le vostre compagne, non provate  vergogna? Non vi sentite di offenderle col vostro sguardo sporco di sessismo violento e criminale? O pensate che solo lo stupro materiale sia un reato?

Forse no, non provate vergogna e forse vi vantate anche con quelli (e dolorosamente penso anche con quelle) come voi, cercando espressioni ancor più violente contro donne alle quali non potete comunque arrivare.

A nessuna di loro potete arrivare,  sia essa democratica  o neofascista, sia la moglie di un pessimo presidente al quale tuttavia avete portato rispetto finché era l’uomo più potente del mondo,  sia la ragazza che ha tenuto testa ai razzisti mettendo al primo posto la vita dei più sfortunati rispetto a leggi omicide.

No, credo che non possiate provare vergogna, sarebbe già una presa di coscienza che mostrerebbe la presenza  in voi di un briciolo di onestà intellettuale, ma credo che questa non possa rientrare tra le vostre qualità.