NO, Stagnaro NO: irricevibile il biglietto da visita del Nucleo tecnico per il coordinamento della politica economica, che avrà in mano le centinaia di miliardi del PNRR.

Il Presidente del Consiglio Draghi cala definitivamente la maschera: arrivano le nomine di ultra-liberisti a guardia del PNRR e delle riforme collegate. Rivela così ancora una volta il suo vero disegno di ritorno al passato: come se la pandemia non avesse insegnato nulla e le sue conseguenze non mordessero drammaticamente nel corpo sociale. Qualche lacrima di circostanza per le morti sul lavoro, come se la sicurezza fosse un optional subordinato al profitto, qualche sguardo compassionevole sulle povertà dilaganti, qualche parola benevola per le vittime di un’economia che ci sta portando al disastro.

Ora lo schiaffo sonoro alla parità di genere (non una donna nel quintetto di potere), alla pluralità degli orientamenti culturali e politici (niente Stato, tutto Mercato), ai valori della nostra Costituzione invocata a parole e tradita nelle scelte come questa, in particolare dalla nomina di un personaggio come Stagnaro che a gran voce chiede la deregolamentazione della circolazione delle armi e per essere più convincente cita Adolf Hitler, e che schernisce i valori e le pratiche democratiche nella gestione dell’acqua bene comune.

Questa è la sensibilità democratica di chi è stato chiamato a sedere in posti chiave per garantire la ripresa del paese.

D’altronde non ci si poteva attendere di meglio da un Presidente del Consiglio che nel 2011, 50 giorni dopo il referendum sull’acqua, ha scritto nero su bianco che andava fatta una riforma volta alla privatizzazione dei servizi pubblici locali.

Quanto basta per esigere l’allontanamento di Stagnaro e dire NO a questo Nucleo Tecnico per il Coordinamento della Politica Economica. Tutti noi e le istituzioni chiamate a rappresentarci, a cominciare dal Parlamento, dobbiamo uscire da questo inaccettabile asservimento agli interessi delle grandi ricchezze e riassumere il controllo delle scelte cruciali per il futuro e la tenuta sociale e democratica del nostro Paese.

Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua